Un genere musicale nato nel ventesimo secolo con l’obiettivo di rivoluzionare la cultura occidentale, impegnata a guardare il mondo, senza considerare che il mondo non si guarda soltanto, ma si ode. Non si legge ma si ascolta

Beatrice Laurora

Un posto dove andare e un luogo dove stare. Il cielo in una stanza, la pioggia scrive sui vetri, i gatti che si rincorrono, la caffettiera che borbotta. La musica ambient si pone l’obiettivo di dare voce ai luoghi. È un genere che vuole rivoluzionare la cultura occidentale, impegnata a guardare il mondo, senza considerare che il mondo non si guarda soltanto, ma si ode. Non si legge ma si ascolta. La musica è dappertutto, basta cercarla. Ogni luogo è un mondo sonoro da riscoprire con l’ascolto: ricercare determinati suoni nell’ambiente che ci avvolge può aiutare a sentirci parte di esso.  Non siamo più abituati a prestare ascolto alla caratteristica dei suoni e a quello che Murray Schafer ha definito soundscape, il paesaggio sonoro. I suoni che intercettiamo involontariamente possono riportarci all’infanzia, ai luoghi dei nonni, a ricordi sepolti che nemmeno sedute di ipnosi sarebbero in grado di far riemergere. Ascoltare il mondo significa cercare di distinguere quei suoni apparentemente lontani ma capaci di risvegliare qualcosa e di rendere riconoscibile una dimensione nella quale sentirsi al sicuro.

Dalla ricerca del rifugio musicale nel paesaggio, nasce la musica ambient. La cosa più difficile, quando si vuole definire la musica ambient, è fornirne una descrizione precisa. È un genere enorme, che comprende un’infinità di artisti, di idee, di influenze completamente diverse fra loro. Può avere ritmi serrati, può quasi non averne. Può creare atmosfere funeree o idilliache. In una prima, raffazzonata idea di ambient possiamo riunire tutti quei brani di artisti che vogliono ricreare una particolare atmosfera. Immaginiamo in quanti modi diversi si può esprimere uno stesso stato d’animo, considerando solamente l’evocazione della musica. Una chitarra che arpeggia note malinconiche, i tasti di un pianoforte qua e là tra i rumori inquietanti, un suono vuoto e cupo che sembra infinito, squilli cibernetici, testimonianze sonore dei nostri avi o il semplice suono dell’acqua che cade. La musica ambient comprende molto più di questo e proprio per questi motivi è difficile tracciarne una storia che non sia sommaria.

Le origini Ne primi decenni del ventesimo secolo, il compositore francese Erik Satie, eccentrico e originalissimo musicista, usò esplorazioni di ispirazione dadaista per creare una prima forma di musica ambient, che etichettò come musica per mobili, cioè come una musica da suonare durante la cena per creare un’atmosfera di sottofondo che spostasse l’attenzione dalla tavola all’ambiente. (musique de tapisserie, musica da tappezzeriaOltre a  Satie  si ricordano anche altri precursori dell’Ambient nell’ambito della musica colta come Schoenberg con la sua musica dodecafonica, Bartok con le sue composizioni e le sperimentazioni di uno dei musicisti più importanti del Novecento, John Cage, infaticabile esploratore della musica contemporanea e pioniere della musica elettronica. Anche nei dischi dei Pink Floyd, sperimentatori rock che univano lunghe suite musicali a suoni indefiniti e suggestivi, si ritrovano alcuni passaggi del genere ambient È però alla fine degli anni Settanta che arrivano i due album che diedero i natali al genere Ambient: Ambient 1 – Music for Airports e Music for Films. L’autore dei due capolavori è Brian Eno, ex membro dei Roxy Music, produttore geniale di artisti quali David Bowie e Talking Heads, che durante un periodo di convalescenza pensò di creare un genere adatto alle hall degli aeroporti, musica che anziché emergere dall’oceano, diventa parte di esso stesso. Il ruolo di Brian Eno e dell’Ambient nella musica contemporanea è fondamentale: basti pensare che artisti come Aphex Twin, Massive Attack, Portishead, Boards of Canada, senza l’invenzione di Brian Eno, difficilmente sarebbero esistiti; è stato proprio lui infatti che, circa quarant’anni fa, ha dato vita a musiche per pensare la musica, sottofondo musicale per chi ha voglia di sentire la musica e non solo ascoltarla.

Fonte
https://ilieditore.com/arte-cultura


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